Lilia uccisa dal compagno: “Ti faccio a pezzi e ti spedisco in valigia”
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Lilia uccisa dal compagno: “Ti faccio a pezzi e ti spedisco in valigia” 

violenza su una donna

Lilia è la donna di 46 anni uccisa, durante i giorni scorsi, dal suo compagno. Aveva già sporto denuncia nei confronti dell’uomo.

Lilia Patranel è la donna di 41 anni uccisa durante i giorni scorsi a Spinea, a Venezia. Una sua amica ha parlato della relazione che la donna aveva con il compagno, nonché suo carnefice, Alexanandru Ianosi Andreeva Dimitrova. L’amica della vittima ha spiegato che “Non è stato un raptus. In quella casa era la regola”.

E ha aggiunto: “Una volta era arrivato a dirle: Ti faccio a pezzi e ti spedisco in valigia a tua madre in Moldavia”. Alexanandru Ianosi Andreeva Dimitrova, di 35 anni, era il compagno della vittima: ennesimo femminicidio in Italia e nel mondo. Tutto ciò accadeva dentro la loro abitazione, mentre c’era anche il loro bambino di soli quattro anni.

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A parlare della vicenda Il Gazzettino. L’amica della vittima ha parlato del rapporto tra Lilia e il suo aggressore, colui che avrebbe dovuto amarla ma che invece le ha tolto la vita, dopo anni di sevizie fisiche e psicologiche. Ha aggiunto: “Lo sapevano tutti che quell’uomo era un violento, sapevano tutti che sarebbe finita così”.

Il rapporto difficile

Pare che il rapporto, all’interno della coppia, fosse teso. L’uomo aveva iniziato ad essere violento già da anni, nel 2016. Nel 2018 la nascita del loro bambino: da lì in poi le cose sono andate sempre peggiorando, secondo quanto ha riferito la fonte.

Violenza donne

Il racconto continua: “Aveva fatto allontanare le altre due figlie di Lilia la più grande, 17 anni, è andata a vivere in un comune vicino, perché non sopportava più il clima pesante e i continui maltrattamenti. La ragazza aveva anche cercato di portare con sé la madre, ma non c’era stato verso”.

Lilia aveva anche sporto denuncia nei confronti di Dimitrova. “Ad agosto l’aveva mandata all’ospedale: schiaffi, calci, pugni. Una vera e propria aggressione. D’accordo, lei aveva rimesso la querela, ma possibile che non sia stato possibile comunque allontanare di casa quell’uomo? C’erano le dichiarazioni, c’erano le ferite. Era finita in pronto soccorso”, dice l’amica della vittima.

Infine ha concluso: “Lilia era una donna buona, una bella persona, un’ottima amica. Chiedete in giro: vi diranno solo cose buone di lei. Sono tutti sconvolti, tutti mi chiedono com’è possibile che la nostra Lilia non ci sia più. E invece è proprio così. E la colpa è anche di chi non ha voluto vedere quello che era sotto il naso di tutti noi”.

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ultimo aggiornamento: 24 Settembre 2022 11:49

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